Più di vent’anni fa, una giornalista dell’Indipendent, Anna Pavord, specializzata in giardinaggio, per sopravvivere alle deprimenti giornate invernali inglesi prese l’abitudine di visitare il vivaio di Rodney e di sua moglie Lynda.
Non c’era niente di meglio che vedere la loro collezione di ellebori fioriti per risollevare il morale.
Rodney nonostante la ristrettezza di mezzi e la semplicità delle strutture aveva un progetto chiaro da perseguire: voleva degli ellebori a foglie variegate con fiori grandi e ben colorati. Per ottenere questo lavorò per più di dodici anni incrociando e eliminando migliaia di piantine che non avevano i requisiti desiderati. Dopo innumerevoli sforzi ottenne la pianta madre che incrociata con altri ellebori colorati avrebbe potuto dar vita al “suo elleboro”. Ma le strade, come spesso capita nella vita, non sono mai in discesa. Così da questi incroci promettenti nacquero semi che non germogliavano. Sono stati incredibili gli sforzi per superare questo inconveniente e far nascere qualche piantina.
Anche quell’anno, come ormai era consuetudine fare, Anna Pavord visitò il vivaio di ellebori di Rodney.
“Poi, alcuni anni fa, accadde qualcosa di straordinario. Sono tornata come di abitudine a febbraio a visitare il vivaio. Rodney stava piantando come al solito degli ellebori. Isolato, vicino al banco da lavoro, c’era un elleboro insolito con un fogliame marmorizzato e fiori di un profondo rosso porpora intenso. “Wow”, dissi, non avendo mai visto niente del genere. Fino ad all’ora, se volevi un elleboro con fogliame interessante, dovevi utilizzare degli Helleborus x ericsmithii. Ma i fiori degli Helleborus x ericsmithii sono sempre di colore verde pallido. Questa combinazione di un fiore rosso scuro con un bel fogliame marmorizzato (sulle foglie giovani la marmorizzazione è rosa e diventa crema invecchiando) era qualcosa di completamente nuovo.
Ho sbirciato i fiori, notato le dimensioni, la profondità del colore, la perfezione simmetrica della disposizione degli stami. Delicatamente, ho toccato le foglie con le variegature. “Wow” ho detto di nuovo. “Ti piace proprio”, rispose Rodney, che come al solito era di poche parole. E disse: “pensavo proprio di dargli il tuo nome”.”
Ecco come è nato il nome Anna’s Red. Il primo di una serie di ellebori con foglie variegate e fiori di diverse tonalità di colore e sfumature bianco-rosa-rosse. Ma la storia non è finita……. Questi ellebori per quanto belli sono sterili e quindi, come fare allora a riprodurli? Per via vegetativa o rifacendo ogni anno gli incroci con le stesse piante madri. Questo sistema era troppo lento e ci vollero anni per fare qualche centinaio di esemplari. A questo punto comparve John Massey che diffuse in Europa l’informazione che Rodney aveva creato qualcosa che nessuno era mai riuscito ad ottenere prima nel mondo degli ellebori. Massey presentò i coniugi Rodney all’olandese Bart Noordhuis, che li persuase a permettergli di micropropagare la piante. Anche questo, all’inizio, non è stato facile. Le piantine che si sviluppavano bene in provetta stentavano a radicare. Solo nell’autunno del 2010 cambiando le procedure, Noordhuis riuscì ad ottenere 100.000 piantine dell’elleboro di Rodney. Alcune centinaia di piante tornarono nel vivaio dal suo creatore mentre le altre furono distribuite sul mercato europeo.